Ferdinand Hodler, pittore nazionale
Ferdinand Hodler è l'artista che sembra meglio incarnare il genio nazionale
della Svizzera. Con il suo linguaggio estetico illustra la natura profonda del suo paese natale. Nel 1991 Jura Bruschwiler, storico dell'arte e specialista dell’opera di Hodler, lo descrive in questi termini: Hodler ha saputo trasporre meglio di chiunque altro un certo numero di qualità proprie alle persone del popolo svizzero della sua epoca. Ci è riuscito attraverso la durezza del tratto, la forza impulsiva del disegno, una specie di rabbia accumulata contro tutti gli ostacoli che si esteriorizzava attraverso questa forza del disegno, ma anche tramite la straordinaria sensibilità che si trova nei suoi paesaggi o in certi ritratti. C'è dunque non solo una tematica nazionale, ma soprattutto una forma che non è né francese, né italiana, né germanica, qualche cosa come una grandezza primitiva, una specie di solidità granitica e di equilibrio che si basa sui paesaggi alpestri e lacustri in mezzo ai quali è cresciuto.
Nell’ambito della promozione culturale della Svizzera, il cui scopo iniziale era di illustrare l'apporto degli artisti svizzeri alla civiltà, fin dai primi decenni del XX secolo a Hodler spetta un ruolo di prim'ordine. Nel 1920 la prima partecipazione della Svizzera alla Biennale di Venezia comprende quasi esclusivamente suoi quadri. Pro Helvetia, sin dalla sua fondazione, utilizza Hodler come simbolo dell'identità svizzera anche all'estero.
Nel 1954 la Fondazione organizza una prima grande retrospettiva di Hodler in Germania, il cui scopo è incrementare il prestigio del pittore nella storia dell'arte europea. Al vernissage dell'esposizione il presidente di Pro Helvetia, Jean-Rodolphe de Salis, presenta Hodler come l'incarnazione del genio nazionale
e insiste sull'importanza della Svizzera nel campo delle arti e del pensiero. È significativo che i curatori dell'esposizione abbiano rinunciato ai quadri simbolisti di Hodler, che avrebbero permesso un dialogo con le correnti artistiche più contemporanee, per mostrare unicamente i suoi paesaggi.
Durante gli anni Settanta, grazie alle mostre organizzate dalla Fondazione, i quadri del pittore svizzero circolano negli Stati Uniti, in collaborazione con l'Università di Berkeley, e in Giappone, dove sono accolti dai musei più importanti.
Se Hodler costituisce lungo tutto il XX secolo un elemento fondamentale della presenza culturale svizzera all'estero, l'interpretazione delle sue opere evolve tuttavia verso una presa di coscienza più ampia della sua importanza a livello europeo. Questo processo riflette da un lato il declino dell’ideologia della difesa spirituale e dall'altro i cambiamenti politici sopraggiunti sul piano internazionale, che tendono verso una cooperazione culturale e rendono obsoleti i concetti di autarchia nazionale. Nel 1983 Luc Boissonnas, direttore di Pro Helvetia, afferma che l'attenzione accordata alla dimensione nazionale dell’opera di Hodler avrebbe reso impossibile un vero dibattito sull’arte del pittore. Durante lo stesso periodo in seno agli organi direttivi della Fondazione si manifestano delle voci critiche che mettono in dubbio l'interesse artistico delle esposizioni di Hodler presentate all'estero.
Tuttavia, la diffusione mondiale delle opere di Hodler sotto il patrocinio di Pro Helvetia prosegue anche nel 1988, con esposizioni prestigiose a Mosca ed a Leningrado, e nel 2007, con una retrospettiva al Musée d’Orsay a Parigi. Nel suo discorso di benvenuto a questa manifestazione, la consigliera federale Micheline Calmy-Rey non manca di sottolineare le qualità artistiche dell’opera di Hodler, questo pittore tipicamente svizzero
. (tk)
Archivi
AFS E9510.6 1991/51, Vol. 273, 349, 350, 903, 933, 934, 935
Bibliografia
Ferdinand Hodler et les Suisses, Berne, Editions Pecel Art 1991
Menz-von der Mühll, Marguerite et Cäsar : Zwischen Kommerz, Kompromiss und Kunstvorstellung. Die Präsenz im Ausland, in : Der Bund fördert, der Bund sammelt. 100 Jahre Kunstförderung des Bundes, Office fédéral de la culture, Berne 1988