Gli Espaces, un luogo per la sperimentazione

par Thomas Kadelbach

Thomas Kadelbach, né en 1979. Après des études d'histoire et littérature française à Angers, Fribourg et Madrid, il collabore au projet de recherche FNS Les relations culturelles internationales de la Suisse, 1945-1990. Thèse de doctorat sur Pro Helvetia et l'image de la Suisse à l'étranger. Actuellement collaborateur scientifique à l'Université de Neuchâtel.
, Thomas Kadelbach, born in 1979. Studied history and French literature in Angers, Fribourg and Madrid. Research assistant in the SNSF research project Switzerland's International Cultural Relations, 1945-1990. PhD thesis on Pro Helvetia and the image of Switzerland abroad. Currently scientific collaborator at the University of Neuchâtel.

musica
Espaces
esposizione universale
Parigi

Nella politica di Pro Helvetia in materia di promozione musicale, l'innovazione e la sperimentazione non svolgono nessun ruolo fino alla metà degli anni Settanta. Prima di questa data, lo scopo esclusivo dei progetti realizzati o sovvenzionati dalla Fondazione è di avvicinare i migliori compositori svizzeri al pubblico straniero grazie all’ascolto delle loro opere più importanti. Un cambiamento della politica comincia a delinearsi nel momento in cui la Fondazione si avvia più risolutamente  verso la promozione della creazione e dell'arte contemporanea.

In campo musicale le manifestazioni Espaces, organizzate a Parigi a partire dal 1976, offrono una cornice adeguata per la scoperta di nuove forme di espressione musicale. Concepiti come vetrine della produzione contemporanea, gli Espaces favoriscono l'innovazione musicale e l'abbandono delle forme più tradizionali della presenza culturale all’estero. Tra gli artisti invitati figura, nel 1976, il compositore Jacques Guyonnet, fondatore dello Studio di musica contemporanea di Ginevra e presidente della Società internazionale di musica contemporanea dal 1976 al 1981. A Parigi, oltre alla sua opera Immémoriales, presenta anche il progetto audiovisivo Vidéocosme, nato dalla collaborazione con Geneviève Calame. Nel 1977, il programma degli Espaces comprende un laboratorio aperto al pubblico per ottoni e percussioni.

Gli Espaces offrono anche per la prima volta la possibilità al compositore Pierre Mariétan, nato a Monthey nel 1935, di presentare all'estero la sua opera Lieu-dit: Derborence. Mariétan è autore di numerose opere strumentali e uno dei precursori nel campo della valorizzazione dei suoni del quotidiano. Nel 1966 figura fra i fondatori a Parigi del Groupe d’études et de réalisations musicales. Nello spirito del Maggio 1968, elabora un programma di azione musicale basato sulla valorizzazione delle motivazioni di ogni musicista.

Lieu-dit : Derborence associa la lettura integrale del romanzo di Ramuz alla musica di un gruppo strumentale che crea spontaneamente melodie a partire dalle descrizioni date dal racconto. I rumori della montagna, della natura e della vita contadina vengono trasformati in musica, e la proiezione di immagini del paesaggio vallesano completa la drammaturgia sonora.

A Parigi, Lieu-dit : Derborence è proposto dal 22 al 25 febbraio 1979 ai Concerts Manifestes davanti ad un pubblico che comprende numerosi studenti e musicisti professionisti. Nel suo resoconto, il quotidiano Le Monde descrive l'ambiente particolare creato per quest’opera: Si ascolta il racconto come durante una serata in montagna: a tratti dei suoni della natura, dolci o lontani, registrati; alcuni strumenti […] su base audio astratta, in punteggiature monotone nel silenzio, o improvvisando su delle brevi formule di schemi ritmici, armonici o melodici che passano dall’uno all'altro, modificandosi impercettibilmente, un po’ come la 'minimal music'; ma senza saturare mai lo spazio sonoro.

Nel 1992, Pierre Mariétan collabora nuovamente ad iniziative per la promozione musicale. Nel padiglione svizzero all'esposizione universale di Siviglia installa lo spazio sonoro Paysmusique, basato su 96 voci registrate nelle quattro lingue nazionali della Svizzera. Trattate come strumenti autentici ed unici, queste voci formano un'orchestra e creano una specie di musica parlata. Per il compositore la parola non è però data a tutti: le danze silenziose degli immigrati sono incluse in Paysmusique. (tk)

Bibliografia
Mariétan, Pierre : Dit chemin faisant : conversations, fragments-sources, géophonies, Paris, Klincksieck 2008
Mariétan, Pierre : Lieu-dit : Derborence, in : Le Trou. Revue d’art, 1997, pp. 111-125

medias

"Paysmusique"

La piattaforma sonora Paysmusique è composta da 96 voci nelle quattro lingue nazionali svizzere. Fa parte del padiglione svizzero all'esposizione universale di Siviglia.
© Pierre Mariétan / SUISA

"Musique-Paysage"

Pierre Mariétan cerca di trasferire  in musica l'ambiente acustico dell'uomo. Opuscolo Musique-Paysage pubblicato da Pro Helvetia per gli Espaces del 1979 a Parigi.
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