Il dialogo attraverso la traduzione
Per far conoscere la cultura svizzera all'estero Pro Helvetia ricorre, fin dalla sua fondazione, alla traduzione in varie lingue di libri ritenuti rappresentativi per il paese. Questo compito è menzionato anche nel messaggio del Consiglio federale del 1938 sulla difesa nazionale spirituale. Durante la seconda metà del XX secolo i programmi di traduzione della Fondazione evolvono in modo determinante. Mentre fino alla fine degli anni Cinquanta sono privilegiati i lavori sulla storia, il regime politico e l'identità culturale della Svizzera, in seguito la traduzione letteraria diventa il principale campo di attività.
Il primo libro che Pro Helvetia fa tradurre per contribuire alla promozione della cultura svizzera è uno dei testi più conosciuti del filosofo della storia basilese Jacob Burckhardt, le Considerazioni sulla storia universale. Grazie ai contatti stabiliti con gli editori Georges Allan & Unwin, a Londra, e Pantheon Books, a New York, nel 1943 viene pubblicata una traduzione inglese di questo lavoro in Inghilterra e negli Stati Uniti. Questa traduzione si inscrive in un programma di propaganda condizionato dalla guerra che subordina la promozione culturale agli obiettivi immediati della politica estera. La presentazione del libro rispecchia questo orientamento. Nell'introduzione della versione americana l’opera di Jacob Burckhardt fornisce lo spunto per un discorso sull'identità e la posizione politica della Svizzera. Nel momento dell'apogeo dell'espansione nazista Burckhardt è presentato come un precursore antifascista, e il suo paese d’origine illustra l'importanza di un piccolo Stato nella difesa della cultura e della civiltà.
In una prospettiva contemporanea Pro Helvetia favorisce, durante il dopoguerra, la traduzione di parecchi saggi sulla storia svizzera e commissiona al professore basilese Edgard Bonjour un volume sulla storia della neutralità, destinato a un pubblico anglofono e ispanofono. Nutrendo il mito del Sonderfall elvetico, questi libri si inseriscono interamente nell'autorappresentazione tradizionale della Svizzera e mettono in luce in particolare la democrazia diretta e l'autonomia comunale.
Nei progetti di traduzione di Pro Helvetia l'abbandono dei libri d’informazione politica a profitto della letteratura avviene durante gli anni Sessanta testimoniano il posto sempre più importante che la creazione svolge nell’ambito della promozione culturale. A partire da questo periodo vengono intraprese numerose iniziative per migliorare la diffusione degli autori svizzeri all'estero. Nel 1977 e nel 1978 Pro Helvetia accorda dei sussidi di traduzione a un gruppo di ricerca dell'Università di Tokyo che intende pubblicare un'edizione dei classici della letteratura svizzera. Una collaborazione simile è sviluppata, all'inizio degli anni Ottanta, con l'editore londinese John Calder che pubblica la collana The Swiss Library. Durante lo stesso periodo Pro Helvetia attribuisce per la prima volta dei sussidi per la traduzione di opere letterarie svizzere in cinese, inaugurando una collaborazione che prosegue tuttora. (tk)
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Pro Helvetia, verbali del gruppo I