Il mondo visto attraverso i fotografi svizzeri

par Thomas Kadelbach

Thomas Kadelbach, né en 1979. Après des études d'histoire et littérature française à Angers, Fribourg et Madrid, il collabore au projet de recherche FNS Les relations culturelles internationales de la Suisse, 1945-1990. Thèse de doctorat sur Pro Helvetia et l'image de la Suisse à l'étranger. Actuellement collaborateur scientifique à l'Université de Neuchâtel.
, Thomas Kadelbach, born in 1979. Studied history and French literature in Angers, Fribourg and Madrid. Research assistant in the SNSF research project Switzerland's International Cultural Relations, 1945-1990. PhD thesis on Pro Helvetia and the image of Switzerland abroad. Currently scientific collaborator at the University of Neuchâtel.

fotografia
Africa
Australia
paesi arabi

Nel febbraio 1978 l'ambasciatore svizzero in Iran inaugura un'esposizione itinerante di fotografia che, durante il suo tour mondiale, fa tappa in diverse città di questo paese. Nelle sale del Museo d’arte contemporanea di Tehran, il pubblico ha l'opportunità di scoprire lo sguardo sul mondo dei fotografi svizzeri fra il 1840 e la seconda metà del XX secolo. Realizzate, fra gli altri, da Hans Staub, Gotthard Schuh, Werner Bischof e Luc Chessex, le opere esposte mostrano la vita quotidiana nella Svizzera degli anni Trenta, le trasformazioni sopraggiunte dopo la Seconda Guerra mondiale e la scoperta di paesi lontani. Parallelamente, l'esposizione tiene conto di vari generi della fotografia, come il ritratto, il reportage e l’essai.

In Iran questa esposizione realizzata da Pro Helvetia è uno dei rari momenti della presenza culturale svizzera. Durante la seconda metà del XX secolo, questo paese non accoglie nessun progetto di scambio culturale, fatta eccezione per l’arrivo della Landwehr di Friburgo nel 1971, inviata da Pro Helvetia in occasione del 2500esimo dell'Impero persiano.

La fotografia è uno strumento relativamente recente nell'ambito della promozione culturale e artistica elvetica e viene sfruttato per la prima volta nel 1958 con un'esposizione delle opere di Werner Bischof. La sua scoperta in quanto vettore di promozione artistica è dovuta in primo luogo alla Fondazione svizzera per la fotografia, creata nel 1971 a Zurigo per valorizzare il patrimonio fotografico nazionale. Pro Helvetia si associa a questa iniziativa e stanzia una sovvenzione per l'organizzazione di una mostra fotografica, presentata nel 1974 al Kunsthaus di Zurigo e al Museo Rath di Ginevra. Nel 1975 Pro Helvetia trasforma questa esposizione in un'esposizione itinerante, La photographie en Suisse – de 1840 à nos jours, che, poco dopo, inizierà il suo giro attraverso il mondo.

Sul piano del messaggio identitario diffuso, la mostra La photographie en Suisse – de 1840 à nos jours presenta l'immagine di un paese aperto sul mondo, confrontato agli stessi problemi delle altre nazioni. Le numerose foto di viaggi, scattate in India, in Giappone e nei paesi del Sudamerica, testimoniano un'attitudine di dialogo con altre civiltà. Nel catalogo dell'esposizione, lo scrittore Hugo Loetscher afferma che lo sguardo sull'altro significa allo stesso tempo una riflessione su noi stessi. In questa prospettiva, i servizi fotografici di Gotthard Schuh sulla Germania nazista, integrati nella mostra di Pro Helvetia, suscitano una riflessione sul ruolo della Svizzera durante la Seconda Guerra mondiale. (tk)

Archivi
AFS E9510.6 1991/51 Vol. 342
Pro Helvetia, procès-verbaux du groupe I

Bibliografia
Photographes suisses depuis 1840 à nos jours, Zurich, Kunsthaus 1977

medias

Gertrud Dübi-Müller

La mostra La photographie suisse depuis 1840 à nos jours tiene conto di diversi generi fotografici, come il ritratto e il reportage.
Gertrud Dübi-Müller, Der Maler Ferdinand Hodler, 1910 ca.
© Fondation suisse pour la photographie  

Gotthard Schuh

Secondo lo scrittore Hugo Loetscher, autore del catalogo dell'esposizione, i reportage di Gotthard Schuh sulla Germania nazista dimostrano che la scoperta dell'altro conduce sempre a una riscoperta di sé.
Gotthard Schuh, foto a Berlino durante la visita di Mussolini, 1938
© Keystone
 

Hans Staub

La Svizzera diventa un paese di immigrazione. Lo sguardo dei fotografi si orienta verso gli emarginati di una società che cambia.
Hans Staub, operaio straniero alla stazione di Zurigo, attorno al 1950
© Keystone

René Burri

Una parte dell'esposizione è dedicata al ritratto collettivo.
René Burri, L’Inspection, 1950
© Magnum Photos, Paris

Werner Bischof

I fotoreportage realizzati in paesi lontani illustrano l'apertura sul mondo dei fotografi svizzeri.
Werner Bischof, Flötenspieler bei Cuzco, 1954
© Marco Bischof  

Luc Chessex

Luc Chessex propone al pubblico straniero una riflessione sugli stereotipi associati alla Svizzera.
Luc Chessex, La Suisse, 1969
© Luc Chessex  

La mostra a Lubecca

Nel 1976 la mostra viene presentata a Lubecca.
Biblioteca nazionale, collezione di manifesti

 

La fotografia svizzera in Iran

L'esposizione è inaugurata a Teheran nel febbraio del 1978.
Archivio Pro Helvetia

 

L'esposizione a Hô Chi Minh

Nel 1979 l'esposizione viene organizzata nella città di Hô Chi Minh.
Archivio Pro Helvetia

Praga 1978

Manifesto dell'esposizione La fotografia in Svizzera dal 1840 ai giorni nostri, Praga, 1978.
Biblioteca nazionale, collezione di manifesti 

René Mächler

Una sezione della mostra è dedicata alla manipolazione della realtà nella fotografia.
René Mächler, immagine scattata con lente Flyeye.
© Pro Litteris

Esposizione in Australia

Nel 1981/82 l'esposizione La photographie suisse depuis 1840 jusqu'à nos jours fa tappa in diverse città australiane.
Biblioteca nazionale, collezione di manifesti

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