La Praesens SA in aiuto alla Svizzera
Fondata nel 1924 da Lazar Wechsler, ingegnere polacco giunto in Svizzera durante la Prima Guerra mondiale, e dal pioniere dell'aviazione Walter Mittelholzer, la Praesens SA esercita durante gli anni Quaranta e Cinquanta un influsso determinante sulla percezione della Svizzera all'estero. Rispondendo abilmente alla domanda internazionale, la ditta zurighese produce film dedicati allo spirito umanitario ed alla solidarietà, rafforzando in questo modo l'immagine che la Confederazione vuole dare di sé all'estero. La maggior parte delle produzioni della Praesens raccoglie un vasto consenso, sul modello del lungometraggio Marie-Louise, realizzato nel 1944 sotto la direzione di Leopold Lindtberg. Questo film che narra la storia di una ragazzina francese accolta in Svizzera dopo essere sfuggita agli orrori della guerra, nel 1946 ottiene l'Oscar per la migliore sceneggiatura.
Nel 1945 la Praesens continua questo tipo di produzioni con la realizzazione di L’ultima speranza, pellicola su un gruppo di persone che cerca di rifugiarsi in Svizzera. Questo film evita questioni politiche delicate che riguardano, per esempio, la rigidità delle disposizioni svizzere in materia di asilo e si sofferma invece sui valori universali della tolleranza e della solidarietà. Il successo dei film della Praesens si spiega non solo per l'attualità degli argomenti trattati, ma anche per il ricorso agli stereotipi che corrispondono alle attese degli spettatori. Come in Marie-Louise anche in L’ultima speranza i paesaggi maestosi delle Alpi messi in scena da Lindtberg appaiono come l'immagine più rappresentativa della Svizzera.
Il successo internazionale di L’ultima speranza porta le autorità federali a riconsiderare la propria posizione rispetto alle produzioni della Praesens. Mentre in un primo momento le autorità fanno di tutto per impedire la realizzazione di questo film dedicato all'argomento controverso della politica di asilo, non appena si palesa l’idoneità a scopo propagandistico ne incoraggiano la diffusione. Nel 1946 il consigliere federale Eduard von Steiger, responsabile della politica di asilo della Svizzera durante la Seconda Guerra mondiale, a cui si deve l'espressione la barca è piena
, commissiona alla Praesens il documentario La Suisse accueille les réfugiés. Questo documentario illustra soprattutto ai giornalisti stranieri la vocazione umanitaria della Confederazione.
All'inizio degli anni Cinquanta la Praesens produce i film Heidi e Heidi und Peter, dedicati a uno dei simboli più conosciuti della svizzeritudine
. Questi lungometraggi impregnati di colore locale consolidano l'immagine di una Svizzera idilliaca e alpestre, preservata degli aspetti negativi della modernità industriale. Negli Stati Uniti Heidi ottiene un successo tale che dà il via a numerosi progetti annessi, come l'organizzazione di un concorso per bambini in cui il primo premio consiste in un viaggio in Svizzera. Nel 1953, per il lancio del film negli Stati Uniti, Heidi (Elsbeth Sigmund) e Peter (Thomas Klameth) si recano a New York e portano una lettera del sindaco di Zurigo al sindaco della metropoli americana.
Le produzioni della Praesens testimoniano l'efficacia e il potenziale del mezzo cinematografico, relativamente recente, in quanto vettore d’immagine. Di portata universale, a differenza dei supporti classici, il cinema raggiunge indistintamente tutti i ceti sociali e tutte le fasce di età. Da allora, il cinema contribuisce in modo considerevole alla costruzione dell’immagine della Svizzera all’estero. (tk)
Archivi
Cinémathèque suisse
Praesens Film
Bibliografia
Schaub, Martin : Film in der Schweiz, Zurich, Pro Helvetia 1997
Wider, Werner : Der Schweizer Film 1929-1964. Die Schweiz als Ritual, Zurich, Limmat 1981